Storia

L’Associazione Sportiva Dilettantistica Varmese rappresenta oggi l’unica realtà calcistica attiva nel Comune di Varmo, un piccolo centro di circa 2640 abitanti situato nel cuore del medio Friuli. Il territorio comunale, che si estende per 35,23 km² lungo il fiume Tagliamento e dista circa 30 km dai principali poli urbani come Udine, Pordenone e Lignano, presenta una conformazione ampia che storicamente ha favorito la frammentazione e un limitato senso di appartenenza collettivo, accentuato dalla presenza di realtà calcistiche di successo nei comuni limitrofi, capaci di raggiungere campionati di Serie D.

In questo contesto si inserisce la storia della Varmese, fondata nel 2015. La sua nascita è stata una conseguenza diretta delle difficoltà economiche che hanno portato alla crisi della precedente società, l’ASD Varmo, a causa del fallimento del suo principale sponsor. L’ASD Varmo vantava una storia quasi centenaria, costellata di successi ma fortemente dipendente dal sostegno economico di presidenti facoltosi. La sua gestione era focalizzata quasi esclusivamente sui risultati sportivi della prima squadra, con una cura quasi maniacale per il manto erboso, ma trascurando le relazioni con la comunità locale e le altre associazioni. Questa politica privilegiava l’ingaggio di giocatori già affermati a livello regionale, spesso incentivando i giovani cresciuti nel vivaio locale a trasferirsi altrove al termine del percorso giovanile, poiché investire sulla loro crescita interna era ritenuto troppo oneroso.

Nata inizialmente con l’obiettivo di dedicarsi specificamente al settore giovanile puro, l’ASD Varmese ha dovuto affrontare una significativa battuta d’arresto nel 2021. La pandemia di COVID-19 ha infatti portato alla perdita del vivaio e alle conseguenti dimissioni della dirigenza.

Oggi, la società si trova a fronteggiare una sfida complessa: la storica mancanza di risultati di rilievo nell’ultimo decennio (ereditata dalla precedente gestione), unita alla recente perdita del settore giovanile e alla forte attrattiva esercitata dai club più blasonati nelle vicinanze, genera una notevole difficoltà nel coinvolgere i giovani talenti del territorio, i quali mostrano una certa disaffezione verso l’unica squadra rimasta nel loro comune.

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